I Santi Mostri by Ade Zeno

I Santi Mostri by Ade Zeno

autore:Ade Zeno [Zeno, Ade]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2023-12-21T23:00:00+00:00


Il 28 luglio 1943, data che gli storici ricordano come il giorno in cui una flotta di ottocento aerei inglesi sorvolò Amburgo sganciando duemilatrecento tonnellate di bombe, Polifemo si trovava ancora nelle stanze monasticamente arredate che lo ospitavano da oltre un ventennio.

Caso unico fra i suoi coscritti, al conseguimento della maggiore età che gli avrebbe consentito di uscire in cerca di fortuna, aveva scelto invece di restare. Sapeva che nel mondo fuori sarebbe finito a mendicare sui marciapiedi, e per evitargli altre inutili torture Madre Amelia aveva convinto la direttrice dell’istituto a firmare una speciale autorizzazione grazie alla quale era stato assunto in qualità di barbiere.

Fra l’autunno del 1938 e il luglio del 1943 l’unica attività che svolse con scrupolo e dedizione fu la periodica tosatura cui dovevano sottoporsi i suoi oltre cinquecento coinquilini, mezzo migliaio di teste che – nel fracasso di un salone improvvisato – si alternavano per essere rasate e rese presentabili da qualche spolverata di borotalco al mentolo. Per non spaventare i più piccoli Andris fu invitato a indossare un paio di occhiali scuri accomodati in modo che le lenti non fossero troppo separate l’una dall’altra, cosicché l’occhio risultava coperto. In realtà era chiaro a tutti cosa si nascondesse sotto quella maschera, così al timore dei novizi che passavano per la prima volta sotto le sue forbici si sostituivano presto risolini o esplicite canzonature, la meno offensiva delle quali consisteva nell’apostrofarlo sussurrando l’ingiurioso soprannome.

Fu lì, sulla sedia da barbiere che usava per leggere in solitudine durante le notti insonni, che venne disarcionato dall’ennesima bomba britannica.

E fu tra i resti dell’orfanotrofio raso al suolo che lo trovò Gebke Bauer, non molti giorni più tardi.

Dopo il primo attacco del 25 luglio le strade di Amburgo apparivano già in tutto il loro ansimare di fumo e macerie. L’esercito di trovatelli era stato distribuito fra i rifugi antiaerei disseminati per la città, mentre Andris – spinto più dalla pigrizia che dall’ottimismo – aveva scelto di restare. Nei due giorni successivi, quasi a smentire i pronostici più catastrofisti, le incursioni aeree si limitarono a colpire il porto e a travolgere qualche palazzo, ma dai corridoi in cui si era trincerato Polifemo percepiva a malapena quelli che sembravano ruggiti troppo lontani per fare paura. Aveva con sé provviste, libri, e soprattutto silenzio, l’unico lusso di cui sentiva il bisogno. Spesso arrivò a sperare che quei dannati bombardamenti costringessero suore e orfanelli a non tornare più indietro, ma il miraggio non durò, e nella notte del 28 luglio le bombe furono così violente da sorprendere perfino i piloti che le avevano sganciate: nessuno di loro si sarebbe aspettato di sentir sobbalzare il proprio aereo sotto le onde d’urto a cinquemila metri d’altezza. I quartieri di Rothenburgsort, Hammerbrook, Borgfelde e Hamm-Süd furono annientati, e la concentrazione di incendi in un’area così ristretta diede origine a diaboliche tempeste di fuoco. Le fiamme avvolsero le strade, chiunque si trovasse all’aria aperta veniva arso vivo, mentre gli ospiti dei rifugi antiaerei morivano soffocati dal monossido di carbonio.



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